Il tema dell'invecchiamento attivo è da tempo all'ordine del giorno del dibattito sul futuro del modello sociale europeo. Non si tratta solo di affrontare il problema della sostenibilità macroeconomica del sistema di welfare in presenza di dinamiche demografiche che implicano un processo di invecchiamento della popolazione destinato a durare ancora a lungo. Si tratta anche di valorizzare le risorse lavorative rese disponibili dal prolungamento della vita e dal miglioramento delle condizioni di salute in età anziana. Rispetto alle generazioni che sono alle nostre spalle, infatti, è cambiato lo sguardo di ognuno sul proprio ciclo vitale, sulle energie e le capacità che ciascuno può aspettarsi di esprimere nel corso della propria vita. Studi dimostrano che il prolungamento della vita lavorativa può dare un contributo decisivo per un successful ageing e per prevenire il declino cognitivo legato all'invecchiamento: un lavoro in condizioni adeguate di sicurezza e di salute e un invecchiamento attivo all'interno di una rete di relazioni sociali rappresentano fattori importanti per la salute psico-fisica dell'individuo. Se da giovani si è più abili nel fronteggiare situazioni inesplorate e rispondere alle "novità", dopo i cinquant'anni si rivelano maggiori capacità di risolvere problemi complessi: insomma, i lavoratori anziani sono potenzialmente depositari di specifiche capacità di elaborazione.