Scopri come i contratti di somministrazione hanno trasformato il mercato del lavoro in Italia e in Europa, tra crisi e innovazioni.
2.1. Introduzione
L’introduzione di forme contrattuali flessibili (o atipiche) è un fenomeno che ha interessato, nel corso degli anni ‘90, quasi tutti i paesi europei, dove, a contratti di lavoro standard (a tempo pieno e indeterminato) si sono affiancate svariate forme di lavoro flessibile (Berton et al 2009, 2012). Tra queste il Temporary Agency Work, introdotto in Italia nel 1997 dalla Legge Treu (L. 196/97) con il nome di “lavoro interinale” poi modificato in “lavoro in somministrazione” con la Legge Biagi (L. 30/2003 attuata dal D. Lgs. n. 276/2003). Questo capitolo, a partire dal quadro europeo (sezione 2.2), mostra alcuni dati (discussi nel Riquadro 2.1) sull’andamento del contratto in somministrazione dalla sua introduzione ai giorni nostri, focalizzandosi su tre aspetti principali: le caratteristiche dei lavoratori e delle imprese coinvolti da questo tipo contrattuale (sezione 2.3), l’effetto della recessione economica sul lavoro in somministrazione (sezione 2.4) e i profili salariali relativi a questo contratto (sezione 2.5). Questa analisi è inoltre corredata da un approfondimento sulle carriere lavorative degli occupati con contratto di somministrazione (Riquadro 2.2). Il capitolo, infine, approfondisce alcuni elementi della formazione a cui accedono i lavoratori in somministrazione (sezione 2.6) e della loro protezione sociale (sezione 2.7).
2.2. Il Temporary Agency Work in Europa
Secondo i dati (di fonte campionaria) Eurostat sulle forze lavoro europee (Labour Force Survey - LFS) la quota di lavoratori in somministrazione è in media in Europa pari al 1,7% degli occupati, pur con significative differenze tra i diversi paesi (tabella 2.1). E’ infatti pari al 4% in Olanda, al 3% in Francia, al 2,7% in Spagna, al 2,1% in Germania e Belgio, allo 0,8% in Italia e allo 0,5% in Grecia e Regno Unito.
Si ringrazia per il prezioso aiuto fornito il Servizio di Epidemiologia – Settore rischi e danni da lavoro di Grugliasco (Torino), in particolare il dott. Massimiliano Giraudo per le elaborazioni effettuate sulla banca dati WHIP-Salute. Ringraziamo inoltre il dott. Antonio Ruda, di Ebitemp (Ente bilaterale per il lavoro temporaneo) per la fornitura dei dati INAIL, la dott.ssa Rosanna Lisco e la dott.ssa Manuela Cocola di Forma.Temp (Fondo per la formazione dei lavoratori in somministrazione) per i dati e i dettagli riguardanti le tipologie di formazione erogate ai lavoratori somministrati. I dati di comparazione europea qui riportati non sono confrontabili con i dati presentati nelle sezioni seguenti di questo capitolo. Per una discussione sui dati disponibili per lo studio del lavoro in somministrazione si veda il Riquadro 2.1.
Tabella 2.1. Quota percentuale di lavoratori in somministrazione sul totale degli occupati in Europa, 2008-201
2008 | 2010 | 2012 | 2014 | 2016 | |
Media UE-28 | 1,7 | 1,5 | 1,5 | 1,6 | 1,7 |
Slovenia | 5,8 | 6,0 | 5,2 | 4,7 | 5,2 |
Olanda | 3,4 | 3,0 | 2,9 | 3,5 | 4,1 |
Spagna | 4,1 | 3,0 | 2,7 | 2,8 | 3,0 |
Francia | 2,4 | 2,1 | 2,3 | 2,5 | 2,7 |
Austria | 2,0 | 2,0 | 2,1 | 2,2 | 2,3 |
Belgio | 1,8 | 1,7 | 1,8 | 1,7 | 2,1 |
Germania | 1,9 | 2,2 | 2,1 | 1,9 | 2,1 |
Portogallo | 2,4 | 2,1 | 1,9 | 2,1 | 2,1 |
Lituania | 1,0 | 0,4 | 0,7 | 0,8 | 1,8 |
Lussemburgo | 0,5 | 1,7 | 1,6 | 1,5 | 1,8 |
Finlandia | 1,3 | 1,2 | 1,1 | 1,3 | 1,8 |
Svezia | 1,2 | 1,1 | 1,2 | 1,3 | 1,4 |
Repubblica Ceca | 0,9 | 1,1 | 1,6 | 1,7 | 1,3 |
Irlanda | 0,9 | 0,7 | 1,0 | 1,2 | 1,3 |
Slovacchia | 0,9 | 0,9 | 2,6 | 1,6 | 1,3 |
Croazia | 0,7 | 0,6 | 0,9 | 1,0 | 1,2 |
Romania | 0,9 | 0,8 | 0,8 | 1,2 | 1,0 |
Polonia | 0,5 | 0,6 | 0,6 | 0,7 | 0,9 |
Danimarca | 1,4 | 0,9 | 1,0 | 1,2 | 0,8 |
Italia | 0,7 | 0,6 | 0,6 | 0,6 | 0,8 |
Lettonia | 4,4 | 2,3 | 1,9 | 0,9 | 0,7 |
Grecia | 0,3 | 0,4 | 0,4 | 0,3 | 0,5 |
Regno Unito | 0,5 | 0,2 | 0,4 | 0,5 | 0,5 |
Ungheria | 0,7 | 0,8 | 1,0 | 0,9 | 0,4 |
Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat
Dal 2008 ad oggi, non è rintracciabile un trend comune tra i paesi europei per quanto riguarda l’incidenza del lavoro in somministrazione sull’occupazione totale: in alcuni essa cala nei primi anni della crisi economica, per poi risalire; in altri è stabile, in altri si riduce. La tabella 2.2 mostra, in due periodi di tempo successivi, la quota di lavoratori a tempo indeterminato sul totale dei lavoratori in somministrazione in vari paesi europei. Nella maggioranza dei paesi nei quali il lavoro somministrato è significativo, la somministrazione a tempo indeterminato è largamente prevalente, con le rilevanti eccezioni di Belgio e Francia, dove il lavoro somministrato è solo a tempo determinato, e dell’Olanda.
Tabella 2.2. Tasso di incidenza della somministrazione a tempo indeterminato in alcuni paesi europei, 2006-2012
media 2006-10 | media 2011-12 | |||
percentuale somministrati su totale occupati | quota somministrati a tempo indeterminato | percentuale somministrati su totale occupati | quota somministrati a tempo indeterminato | |
Austria | 1,9 | 86,9% | 2,2 | 88,3% |
Belgio | 1,7 | 0,0% | 1,8 | 0,0% |
Repubblica Ceca | 1,0 | 75,7% | 1,4 | 83,7% |
Danimarca | 1,3 | 69,5% | 1,1 | 70,8% |
Estonia | 0,1 | 65,0% | 0,2 | 76,3% |
Finlandia | 1,1 | 59,8% | 1,1 | 43,0% |
Francia | 2,2 | 0,0% | 2,3 | 0,0% |
Germania | 2,3 | 70,4% | 2,8 | 62,6% |
Grecia | 0,4 | 63,1% | 0,4 | 71,4% |
Ungheria | 0,7 | 63,1% | 1,0 | 64,9% |
Irlanda | 0,8 | 69,2% | 0,9 | 60,1% |
Italia | 0,5 | 10,6% | 0,6 | 9,1% |
Lussemburgo | 0,9 | 49,6% | 1,5 | 58,1% |
Olanda | 3,4 | 13,3% | 2,9 | 15,5% |
Norvegia | 0,1 | 32,3% | 0,2 | 36,3% |
Polonia | 0,6 | 0,0% | 0,5 | 0,0% |
Portogallo | 2,1 | 32,7% | 1,9 | 29,0% |
Slovacchia | 1,2 | 58,8% | 2,1 | 74,5% |
Slovenia | 5,7 | 8,8% | 5,3 | 12,4% |
Spagna | 3,8 | 48,5% | 2,7 | 57,0% |
Svezia | 1,1 | 60,6% | 1,3 | 58,1% |
Svizzera | 0,8 | 62,9% | 0,9 | 56,7% |
Fonte: nostre elaborazioni su OCSE, Employment Outlook 2013 e 2014 su dati Eurostat
Tenendo conto dell’intensità di lavoro, e quindi esprimendo la quota di lavoro in somministrazione in termini di lavoro equivalente full time, è stato stimato che il lavoro somministrato incida in Europa in media per l’1,8% del totale (tabella 2.3), con valori particolarmente significativi in Olanda, Germania e Francia (rispettivamente 2,7%, 2,1% e 2%) rispetto ai più bassi valori di Italia, Spagna e Grecia (0,9%, 0,5% e 0,2% rispettivamente). Se comparata ad altre forme di lavoro atipico, l’incidenza del lavoro tramite agenzia rimane comunque limitata in Europa: negli stessi anni qui presi in considerazione, l’occupazione a termine ha rappresentato circa l’11% dell’occupazione totale.
Tabella 2.3. Tasso di incidenza del lavoro somministrato in lavoro equivalente full time in Europa, 2003-2014
2003 | 2004 | 2006 | 2008 | 2010 | 2012 | 2014 | |
Media UE-28 | 1,5% | 1,6% | 1,8% | 1,8% | 1,6% | 1,8% | 1,8% |
Olanda | 1,9% | 1,9% | 2,5% | 2,9% | 2,5% | 2,7% | 2,7% |
Germania | 0,9% | 1,1% | 1,6% | 2,0% | 2,0% | 2,2% | 2,1% |
Francia | 2,3% | 2,3% | 2,4% | 2,3% | 2,0% | 2,0% | 2,0% |
Belgio | 1,6% | 1,8% | 2,1% | 2,1% | 1,8% | 1,9% | 2,0% |
Italia | 0,6% | 0,7% | 0,8% | 0,9% | 0,9% | 0,9% | 0,9% |
Spagna | 0,6% | 0,7% | 0,7% | 0,6% | 0,5% | 0,5% | 0,5% |
Grecia | n,a | n,a | n,a | 0,0% | 0,1% | 0,2% | 0,2% |
Fonte: Idea Consulting su dati Ciett 2015 e 2016.
La fotografia europea ben evidenzia come anche per quel che riguarda il lavoro in somministrazione, esista una forte divisione tra nord e sud europa, e in particolare tra paesi dell’Europa continentale e paesi sudeuropei. Nei paesi continentali l’incidenza del lavoro interinale è significativa, superiore al 2%, non solo in termini di lavoratori coinvolti ma anche come quantità di lavoro prestata. Nei paesi del sud Europa, invece, il peso del lavoro interinale è sensibilmente più basso, soprattutto in termini di quantità di lavoro prestata, con un’incidenza inferiore all’1%. A questo proposito è emblematico il caso della Spagna: quando il numero di lavoratori occupati in somministrazione viene espresso in termini di equivalenti full time, l’incidenza passa da 3% allo 0,5%.
2.3. La somministrazione di lavoro in Italia
Riquadro 2.1. Fonti informative disponibili per l’analisi del lavoro somministrato In Italia esistono vari strumenti informativi che permettono lo studio delle principali caratteristiche del mercato del lavoro: dinamiche occupazionali e retributive, natimortalità di imprese, transizioni tra stati occupazionali e molto altro. Tra le fonti maggiormente informative e comunemente utilizzate vi sono i microdati provenienti da indagini campionarie, come la Forze Lavoro Istat, o amministrativi, quali il campione CICO (distribuito dal Ministero del lavoro) e la banca dati WHIP-Salute (Work History Italian Panel, costruito grazie ai dati forniti dall’INPS e dall’INAIL) . Questi dati, oltre a presentare le informazioni a livello di un singolo individuo, si caratterizzano soprattutto per avere una buona copertura delle informazioni relative al mercato del lavoro, per quel che riguarda gli aspetti occupazionali, retributivi, e le informazioni di impresa. Questi dati, tuttavia, sono di utilità più limitata quando si tratta di analizzare le caratteristiche dei lavoratori in somministrazione, delle agenzie fornitrici e delle imprese utilizzatrici, poiché – come verrà evidenziato – le informazioni disponibili in tali banche dati non consentono di cogliere pienamente tutte le dimensioni del fenomeno oggetto di studio. L’indagine delle Forze Lavoro Istat, così come quella europea (Labour Force Survey – LFS), è un’indagine che ha come riferimento tutti i componenti delle famiglie residenti in Italia, anche se temporaneamente all’estero, iscritti alle anagrafi comunali al momento della rilevazione. Le informazioni che si ricavano sono strettamente legate a precise scelte di analisi. Il contenuto informativo di cui dispone è ampio, ma ha un focus sulle caratteristiche dell’occupazione del lavoratore limitato nel tempo e dipendente dal periodo nel quale avviene l’intervista. Sebbene sia previsto un sistema di rotazione che consente ad ogni famiglia entrata nel campione di essere intervistata nei trimestri successivi, dal punto di vista longitudinale il periodo coperto rimane complessivamente limitato. Infine, le informazioni raccolte si riferiscono alla situazione nella settimana di riferimento in cui la famiglia e i singoli componenti vengono intervistati, questo può rendere difficile cogliere pienamente quelle caratteristiche associabili a fenomeni molto dinamici o legate ad una molteplicità di eventi. Il campione CICO e WHIP-Salute sono invece archivi ricostruiti da dati di natura amministrativa raccolti per ottemperare a specifici obblighi normativi (previdenziali, assicurativi, di accertamento, eccetera). A differenza dell’indagine sulle Forze di Lavoro, questi archivi consentono di reperire informazioni di tipo longitudinale relative a tutti gli episodi di lavoro attivi durante il periodo coperto dalle banche dati. Particolarmente ricco di informazioni sul lavoro è WHIP-Salute, una banca dati longitudinale che ricostruisce le carriere lavorative di un campione rappresentativo (pari a circa il 7%) di tutti gli individui presenti negli archivi gestionali dell’INPS dal 1985 al 2012 . La popolazione di riferimento è costituita dalle persone – italiani e stranieri – che hanno svolto parte o tutta la loro carriera lavorativa in Italia nel settore privato extra-agricolo, con qualsiasi tipo di contratto, e nella pubblica amministrazione con contratti di lavoro a tempo determinato. Rimangono esclusi gli episodi di lavoro nel settore pubblico a tempo indeterminato, quelli in agricoltura e le attività di lavoro autonomo in professioni dotate di propria cassa previdenziale (quali gli avvocati e gli architetti). Sui rapporti di lavoro in somministrazione, i dati contengono solo le informazioni delle assunzioni presso l’agenzia per il lavoro che registra il lavoratore assunto, mentre non riportano le informazioni sulle missioni e sulle aziende utilizzatrici. Inoltre, al momento non è possibile avere informazioni sugli episodi successivi al 2012. Nel box 2.2. si presenta un approfondimento a partire dai dati WHIP-Salute. CICO è il Campione Integrato delle Comunicazioni Obbligatorie collezionate dal Ministero del Lavoro, riferite ad un campione casuale (circa il 13%) di individui dipendenti e parasubordinati. Rispetto a WHIP-Salute, CICO consente di reperire dati aggiornati al periodo corrente; copre però un numero di anni minore (gli anni dal 2007 al 2016), contiene meno informazioni sul rapporto di lavoro e sulle imprese. Registra inoltre solo le informazioni di flusso, cioè gli eventi che si generano quando un rapporto di lavoro si attiva o cessa nell’intervallo coperto dall’archivio (quindi non sono presenti informazioni di stock né informazioni sui rapporti di lavoro cessati prima del 2007 o attivati prima del 2007 e non ancora cessati). I contratti in somministrazione vengono registrati dal Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie attraverso l’acquisizione di uno specifico modello di comunicazione ad uso delle agenzie di somministrazione denominato UNISOMM, che contiene sia le informazioni relative al contratto che lega il lavoratore all’agenzia di somministrazione, sia le informazioni relative alla missione. Tali informazioni tuttavia non sono ancora state rese disponibili per usi statistici. Per superare le limitazioni illustrate, le analisi di questo capitolo sono state condotte ricorrendo in primo luogo ai dati, disponibili in formato aggregato, provenienti dall’INAIL e forniti da Ebitemp e a quelli dell’Osservatorio dei lavoratori somministrati presenti sul sito dell’INPS. In particolare, i file elaborati partendo dai dati dell’INAIL permettono di evidenziare, a partire dal 1998 e quindi dalla introduzione del lavoro in somministrazione, gli andamenti relativi ai lavoratori, alle missioni, al monte retributivo, alle ore lavorate, oltre alle caratteristiche dei lavoratori e delle imprese utilizzatrici. L’universo di riferimento dell’INAIL include le imprese dell’industria e dei servizi. È tuttavia escluso il lavoro in somministrazione prestato nelle Pubbliche Amministrazioni, ad eccezione di quello svolto nella sanità, nelle amministrazioni locali e negli Enti pubblici non economici. Nel presente capitolo sono stati utilizzati anche i dati sui tipi di formazione a cui possono accedere i lavoratori con contratto di lavoro in somministrazione direttamente forniti da Forma.Temp.
Oltre a WHIP-Salute menzioniamo anche il file LoSai (Longitudinal Sample Inps), distribuito dal Ministero del lavoro, il quale è basato sulla medesima origine di dati (INPS), ma con un numero minore di informazioni.
Ulteriori riferimenti si trovano alla seguente pagina http://www.dors.it/page.php?idarticolo=1301, mentre alcune informazioni sugli archivi e le variabili, nonché una raccolta delle pubblicazioni che hanno utilizzato WHIP-Salute sono disponibili all’indirizzo seguente: www.laboratoriorevelli.it/whip.
2.3.1. I lavoratori coinvolti
Fin dalla sua introduzione, il lavoro con contratto di somministrazione ha visto in Italia una rapida crescita, che ha portato gli occupati con questo contratto a raggiungere il picco di 580mila lavoratori durante gli anni 2007 e 2008 (figura 2.1.). La crisi economica ha determinato, nel corso del 2009, un repentino calo dell’occupazione in somministrazione a cui è seguito un periodo di andamento altalenante ma in ripresa fino al 2014, anno in cui si osservano nuovamente tassi di crescita simili al periodo pre-crisi. Nel 2015 gli occupati in somministrazione hanno raggiunto il livello del 2008. Sulla base dei dati trimestrali registrati da Inail, è possibile stimare che il numero annuale di occupati nel 2016 abbia superato le 600mila unità (615.000).
Fonte: Ebitemp su dati Inail. Nota: il dato del 2016 è stato stimato sulla base dei dati INAIL trimestrali
Gli occupati con contratto di somministrazione pesano, sull’intera occupazione nazionale nel 2016 per il 2,8% (tabella 2.4), restringendo la platea ai soli occupati alle dipendenze, il peso del lavoro somministrato è pari al 3,6%. L’analisi comparata degli andamenti del lavoro somministrato e dell’occupazione generale mostra da un lato la crescita nel corso degli anni del peso di questo contratto, che passa dallo 0,5% nel 2000 al 2,8% del 2016 (e dallo 0,7% al 3,6% dell’occupazione dipendente). Dall’altro evidenzia come la crisi economica abbia colpito il lavoro somministrato in misura maggiore rispetto all’andamento tendenziale dell’occupazione dipendente. Infatti il peso del lavoro somministrato si è ridotto di oltre un punto percentuale tra il 2007 e il 2009, recuperando i valori precedenti al 2008 solamente tra il 2014 e il 2015.
Tabella 2.4. Peso degli occupati annuali con contratto di somministrazione assicurati presso INAIL sull’occupazione totale italiana per area geografica, 2000-2016
2000 | 2005 | 2007 | 2009 | 2011 | 2013 | 2015 | 2016 | |
Peso dei somministrati sull’occupazione complessiva: | ||||||||
Italia | 0,5% | 2,0% | 2,5% | 1,8% | 2,3% | 2,2% | 2,6% | 2,7% |
Peso dei somministrati sull’occupazione dipendente: | ||||||||
Italia | 0,7% | 2,7% | 3,4% | 2,3% | 3,0% | 2,9% | 3,4% | 3,5% |
Nord Ovest | 1,1% | 3,9% | 5,1% | 3,4% | 4,4% | 4,0% | 4,6% | 4,8% |
Nord Est | 0,8% | 3,2% | 4,4% | 2,6% | 3,6% | 3,5% | 4,5% | 4,6% |
Centro | 0,6% | 2,4% | 2,7% | 2,0% | 2,4% | 2,3% | 2,5% | 2,7% |
Sud | 0,2% | 1,2% | 1,5% | 1,2% | 1,5% | 1,6% | 1,9% | 1,8% |
Fonte: Ebitemp su dati Inail e dati Istat.
Il ricorso al lavoro in somministrazione non è omogeneo nel Paese. Non stupisce che sia maggiore al Nord, area a maggior vocazione industriale e manifatturiera, dove il lavoro in somministrazione copre quasi il 5% del lavoro dipendente, rispetto al Centro (dove la somministrazione è pari al 2,7%) e al Sud (1,8%).
Anche gli andamenti nelle diverse aree territoriali dall’introduzione del contratto ai giorni nostri mostrano interessanti differenze (figura 2.2). Nel Nord-Est si registra il maggior calo relativo nell’utilizzo della somministrazione a seguito della crisi economica: -38% tra il 2008 e il 2009, rispetto al -31% del Nord-Ovest e al -24% del Centro-Sud. Ma è sempre nel Nord-Est che si verifica la maggior ripresa con il numero degli occupati in somministrazione che supera sensibilmente il livello del 2008 (+15% nel 2016 rispetto al 2008) mentre nel Nord Ovest i livelli di occupazione con questo contratto sono, nel 2016, ancora inferiori ai valori del 2008 (-0,9%).
Figura 2.2. Occupati annuali con contratto di somministrazione assicurati presso INAIL per area geografica, 1998-2016
Fonte: Ebitemp su dati Inail.
2.3.2. La quantità di lavoro prestata
Per la natura propria di questo tipo contrattuale, che spesso prevede rapporti di lavoro di breve durata, il dato sul numero di lavoratori assunti con contratto di somministrazione fornisce una rappresentazione parziale del fenomeno. Per avere una panoramica completa è necessario affiancare alle informazioni sui lavoratori con contratto di somministrazione, quelle sul numero di missioni svolte e sulle giornate retribuite. In questo modo è possibile completare il quadro con informazioni sulla quantità di lavoro effettivamente prestata tramite il lavoro somministrato.
Nel 2015 il numero complessivo di missioni avviate dalle agenzie di lavoro interinale ha superato il milione e mezzo, pari a 2,6 missioni per ciascun lavoratore interinale (tabella 2.5). Dai primi anni 2000 ai giorni nostri, il numero di missioni avviate all’anno ha avuto una dinamica simile a quella relativa al numero degli occupati, ma numericamente superiore. Infatti, se il numero di occupati in somministrazione ha raggiunto i livelli pre-crisi del 2008 solamente nel 2015, nello stesso anno il numero delle missioni è superiore del 30% al numero di missioni del 2008. Come conseguenza, il numero medio di missioni per lavoratore è aumentato da meno di 2 a inizio anni 2000 a 2,6 del 2015. Non è soltanto il numero di missioni effettuate nell’anno da ciascun lavoratore ad essere aumentato, ma è cresciuta costantemente nel tempo anche la quantità di lavoro prestata nell’anno da ciascun lavoratore.
Tabella 2.5. Peso degli occupati annuali con contratto di somministrazione assicurati presso INAIL, 2003-2015
Anno | (a) Missioni | (b) Occupati | (c) Missioni per occupato | (d) Occupati equivalenti a Tempo Pieno | (e) Quota di lavoro a tempo pieno per occupato in somministrazione | (f) Ore lavorate media mensile per lavoratore |
2003 | 700.968 | 361.305 | 1,9 | 113.916 | 31,5% | |
2004 | 863.778 | 400.094 | 2,2 | 137.790 | 34,4% | |
2005 | 943.308 | 440.855 | 2,1 | 154.457 | 35,0% | |
2006 | 1.080.083 | 512.443 | 2,1 | 182.236 | 35,6% | |
2007 | 1.199.014 | 582.168 | 2,1 | 232.648 | 40,0% | |
2008 | 1.195.282 | 576.905 | 2,1 | 247.024 | 42,8% | |
2009 | 860.959 | 398.716 | 2,2 | 157.067 | 39,4% | 93,7 |
2010 | 1.028.555 | 449.411 | 2,3 | 186.656 | 41,5% | 92,8 |
2011 | 1.191.497 | 514.514 | 2,3 | 225.560 | 43,8% | 94,6 |
2012 | 1.125.435 | 469.865 | 2,4 | 207.253 | 44,1% | 95,0 |
2013 | 1.129.692 | 482.077 | 2,3 | 220.118 | 45,7% | 94,1 |
2014 | 1.311.027 | 499.286 | 2,6 | 232.983 | 46,7% | 95,8 |
2015 | 1.516.665 | 579.873 | 2,6 | 274.545 | 47,3% | 97,6 |
Fonte: Ebitemp su dati Inail.
La Tabella 2.5 riporta sia il numero medio di ore lavorate nel mese da ciascun lavoratore (colonna f) che la quota di tempo pieno svolta nell’anno (colonna e). I valori di entrambi gli indicatori mostrano un aumento nel tempo, ma è soprattutto quest’ultimo valore a registrare il maggior incremento. Infatti ad inizio anni 2000 ciascun lavoratore in somministrazione prestava nell’anno una quantità di lavoro corrispondente al 30% di tempo pieno, mentre nel 2015 tale quantità risulta pari al 47%. Di conseguenza, il numero di occupati equivalenti a tempo pieno (colonna d) aumenta più che proporzionalmente del numero complessivo degli occupati (figura 2.3).
Figura 2.3. Occupati con contratto di somministrazione assicurati presso INAIL, teste ed equivalenti full time, 2003-2015
Fonte: Ebitemp su dati Inail.
2.3.3 Caratteristiche dei lavoratori in somministrazione e delle imprese utilizzatrici
Fornito il quadro sull’occupazione in somministrazione, questa sezione intende approfondire le informazioni disponibili sulle caratteristiche dei lavoratori in somministrazione da un lato (tabella 2.6) e sulle imprese utilizzatrici dall’altro (tabella 2.7). Nel 2016 il lavoratore in somministrazione è in prevalenza un operaio (73% del totale degli occupati in somministrazione) maschio (61%) con meno di 35 anni (54%) e a tempo determinato (91%). Oltre al carattere a termine, gli aspetti che contraddistinguono il lavoro in somministrazione sono di essere rivolto ai giovani e agli operai. Infatti se si confrontano questi dati con la distribuzione del lavoro dipendente in generale, si rileva che gli occupati alle dipendenze con meno di 35 anni, sono in media solamente il 24% del totale, 31 punti percentuali in meno rispetto al peso che gli under-35 hanno all’interno del lavoro somministrato. Discorso analogo per l’incidenza del lavoro operaio che è, all’interno della somministrazione, superiore di oltre 25 punti rispetto alla media del lavoro dipendente, dove gli operai rappresentano circa il 47% (dati Istat LFS). E’ interessante notare anche la rilevanza della componente straniera all’interno del lavoro in somministrazione: 20% del totale rispetto ad una incidenza media nell’occupazione nazionale del 12%.
Dal lato delle imprese utilizzatrici, invece, sono principalmente le piccole imprese della manifattura a far ricorso al lavoro in somministrazione (tabella 2.7). Mentre per quel che riguarda l’incidenza del lavoro somministrato per dimensione di impresa non si rilevano grosse divergenze rispetto all’occupazione totale alle dipendenze, sul settore di attività è importante segnalare che mentre il settore manifatturiero impiega circa il 26% dei lavoratori dipendenti, lo stesso assorbe da solo quasi metà del lavoro in somministrazione (48%), a discapito degli altri settori, in cui l’incidenza del lavoro somministrato è inferiore alla media.
Tabella 2.6. Caratteristiche lavoratori in somministrazione nel 2016
Fonte: Ebitemp su dati Inail, Inps e Istat LFS.
Tabella 2.7. Caratteristiche imprese utilizzatrici nel 2016
Caratteristiche delle imprese | Lavoratori in somministrazione (% di colonna) | Lavoratori dipendenti (% di colonna) | |
Addetti: 1-14 | 34%* | Addetti: 1-19 | 40%** |
Addetti: 15-49 | 18%* | Addetti: 20-49 | 13%** |
Addetti: 50-249 | 22%* | Addetti: 50-249 | 18%** |
Addetti: 250+ | 27%* | Addetti: 250+ | 29%** |
Manifattura | 48% | 26% | |
Costruzioni | 3% | 5% | |
Commercio | 11% | 11% | |
Altri servizi | 38% | 58% |
Fonte: Ebitemp su dati Inail e Inps
Nota: * dati 2015, ** dati 2014
2.4. Che cosa è cambiato nella somministrazione prima e dopo la crisi?
Come illustrato nella sezione precedente, gli attuali livelli nell’occupazione in somministrazione hanno recuperato i livelli precedenti alla crisi del 2008; tuttavia significativi cambiamenti si sono verificati relativamente alle caratteristiche dei lavoratori in somministrazione e delle imprese che vi fanno ricorso rispetto al periodo precedente la crisi. Per quel che riguarda le caratteristiche dei lavoratori assunti con contratto di somministrazione, è soprattutto la distribuzione per età ad essere stata interessata da importanti trasformazioni tendenziali. Se è vero, come visto nella tabella 2.6, che la somministrazione, rispetto al totale dell’occupazione dipendente, riguarda in particolar modo i giovani, è anche vero che il peso di questi, e soprattutto dei giovani con meno di 24 anni, si è gradualmente ridotto nel tempo a fronte di una analoga crescita della componente più anziana, i lavoratori tra i 40 e i 49 anni e i lavoratori ultra cinquantenni (figura 2.4). I lavoratori con meno di 30 anni assunti con contratto di somministrazione rappresentavano nel 2008 il 49% del totale degli occupati con questo contratto, mentre contano ora per circa il 40%. In modo speculare la componente con più di 40 anni è passata dal 20% al 33%. Tra questi il peso dei lavoratori con più di 50 anni è più che raddoppiato passando dal 5% all’11%.
Per un verso queste dinamiche rispecchiano le dinamiche generali dell’occupazione, con la contrazione del peso della componente giovanile (il peso degli occupati under 35 è passato dal 30% del 2008 al 22% del 2016), a favore di un aumento della componente più anziana (tra il 2008 e il 2016 il peso degli occupati over 45 passa dal 36% al 47% e quello dei soli 55-64enni dal 11% al 17%).
Tuttavia, risulta evidente da questa analisi come con il passare del tempo, il contratto di somministrazione abbia perso la sua caratteristica di tipo contrattuale indirizzato principalmente ai giovani all’ingresso nel mercato del lavoro, per assumere sempre più la fisionomia di una fattispecie a cui le imprese fanno ricorso le imprese per vari tipi di lavoratori. Si è col tempo in sostanza ridotta la sua funzione di contratto per lo screening dei lavoratori, per acquisire quella di contratto con una specificità sua propria, che risponde a particolari necessità strutturali, organizzative e produttive, dell’impresa, in primo luogo di quella manifatturiera (ma anche – sempre di più – dei servizi non commerciali).
Dal lato delle imprese utilizzatrici, tra le trasformazioni più salienti nel periodo post crisi economica, vi è senza dubbio la tendenza al crescente utilizzo di questo contratto da parte delle piccole imprese (figura 2.5). Nel 2008 solamente il 19% dei lavoratori in somministrazione era occupato in imprese con meno di 15 dipendenti, nel 2015 questa percentuale è salita al 34%, a fronte di un ridimensionamento del peso di tutte le altri classi dimensionali, in particolar modo le grandi imprese il cui peso nell’utilizzo di questo contratto passa dal 34% del 2008 al 27% del 2015.
Figura 2.4. Distribuzione degli occupati annuali con contratto di somministrazione assicurati presso INAIL per età del lavoratore 2008-2016
Fonte: Ebitemp su dati Inail. Nota: dati per il 2013 non disponibili
Figura 2.5. Distribuzione degli occupati annuali con contratto di somministrazione assicurati presso INAIL per dimensione di impresa 2008-2015
Fonte: Ebitemp su dati Inail. Nota: dati per il 2013 e 2016 non disponibili
Infine, per quanto riguarda l’analisi del settore di appartenenza dell’impresa utilizzatrice, il peso della manifattura nel ricorso al contratto di somministrazione, prevalente nel periodo precedente la crisi, ha subito una forte contrazione all’insorgere della recessione, per poi recuperare negli anni successivi, tornando ai livelli del 2008 soltanto nel 2016 (figura 2.6). Si è inoltre rafforzato anche all’interno della somministrazione il peso delle imprese dei servizi, in particolar modo istruzione, sanità e assistenza sociale, e servizi connessi, e informatica e servizi alle imprese. Questo riflette le più generali tendenze occupazionali: tra il 2008 e il 2016 nell’economia italiana il peso dell’occupazione nell'industria è calato dal 30% al 27% mentre il peso dell'occupazione nei servizi è cresciuto dal 47% al 49%.
Figura 2.6. Distribuzione degli occupati annuali con contratto di somministrazione assicurati presso INAIL per settore di attività economica 2008-2016
Fonte: Ebitemp su dati Inail.
2.5. La retribuzione del lavoro somministrato
Sulla base dei dati INPS relativi ai lavoratori dipendenti in somministrazione del settore privato, la retribuzione media per giornata di lavoro in somministrazione è nel 2015 pari a circa 72 euro . Considerando il numero di giornate medie lavorate in un anno, la retribuzione annuale media di un lavoratore in somministrazione è pari a 8.200 euro.
La tabella 2.8 mostra l’andamento della retribuzione dal 2005. Nel complesso nel periodo osservato la retribuzione giornaliera degli occupati in somministrazione è aumentata del 20,3% in termini nominali e del 2,4% in termini reali. La figura 2.7 illustra come l’andamento della retribuzione giornaliera in termini reali abbia avuto due cali significativi, il primo nel 2009 all’inizio della crisi economica e il secondo, meno pronunciato, nel periodo 2010-2012. Dal 2012 la retribuzione giornaliera mostra tassi di crescita positivi sia a livello nominale che reale.
[1] I dati relativi al quadriennio 2012-2015 sono pubblicati nelle banche dati dell'INPS (http://www.inps.it/webidentity/banchedatistatistiche/menu/dipendenti/main.html). I dati relativi agli anni precedenti sono stati calcolati sulla banca dati Whip-salute (si veda l’approfondimento a fine capitolo e http://www.dors.it/page.php?idarticolo=1301). Il 2015 è l’ultimo anno disponibile.
Tabella 2.8. Retribuzione media giornaliera lavoratori con contratto di somministrazione. Valori nominali e reali 2005-2015
retribuzione giornaliera media - valori nominali | retribuzione giornaliera media - valori reali 2015 | |
2005 | 59,67 | 70,06 |
2006 | 60,12 | 69,20 |
2007 | 61,75 | 69,84 |
2008 | 64,02 | 70,17 |
2009 | 61,20 | 66,58 |
2010 | 67,31 | 72,08 |
2011 | 68,26 | 71,20 |
2012 | 68,27 | 69,09 |
2013 | 69,29 | 69,36 |
2014 | 70,09 | 70,02 |
2015 | 71,76 | 71,76 |
Figura 2.7. Retribuzione media giornaliera lavoratori con contratto di somministrazione – valori reali 2015
Fonte: Osservatorio Inps e dati Whip-Salute. Nota: valori reali calcolati sulla base degli indici dei prezzi Istat
La distinzione per qualifica (figura 2.8) mostra andamenti simili per la retribuzione giornaliera di operai e impiegati con contratto di somministrazione. Tuttavia, nel tempo, il divario tra i due gruppi si è assottigliato: era pari a circa 5 euro nel 2005 si è ridotto a 2.4 euro nel 2015. In termini di tassi di crescita nominali, la retribuzione giornaliera degli operai è cresciuta del 26% in 10 anni, mentre quella degli impiegati del 19%.
Figura 2.8. Retribuzione media giornaliera lavoratori con contratto di somministrazione per qualifica – valori nominali
Fonte: Osservatorio Inps e dati Whip-Salute
Infine distinguendo per classi di età (tabella 2.9), si osservano livelli maggiori nella retribuzione giornaliera per la classe di età 25-29 e 30-34 sia nel 2005 che nel 2015, mentre sono i lavoratori in somministrazione ultra cinquantenni quelli che mostrano nel 2015 i livelli retributivi medi più bassi. Guardando ai tassi di crescita negli ultimi 10 anni, si nota che in effetti sono le classi più anziane a registrare le minori variazioni: 2,5% gli ultra quarantenni e 1,1% gli ultra cinquantenni. I lavoratori con contratto di somministrazione più giovani, invece, hanno visto crescere la loro retribuzione giornaliera in misura maggiore, tra il 5% e il 6% nel corso degli ultimi 10 anni.
Tabella 2.9. Retribuzione media giornaliera lavoratori con contratto di somministrazione per età 2005 e 2015
età | Retribuzione giornaliera 2005 in valori nominali | Retribuzione giornaliera 2015 in valori nominali | Variazione 2005-2015 in termini nominali | Variazione 2005-2015 in termini reali |
fino a 24 | 57,31 | 71,37 | 24,5% | 6,1% |
25-29 | 59,20 | 73,71 | 24,5% | 6,1% |
30-34 | 59,07 | 72,92 | 23,4% | 5,2% |
35-39 | 58,45 | 71,61 | 22,5% | 4,4% |
40-49 | 58,70 | 70,67 | 20,4% | 2,5% |
50 e oltre | 58,63 | 69,62 | 18,7% | 1,1% |
Fonte: Osservatorio Inps e dati Whip - Salute
Riquadro 2.2. Le carriere dei lavoratori in somministrazione: un’indagine sui dati WHIP-Salute
In questo approfondimento vengono confrontati alcuni aspetti occupazionali, tipo del contratto di ingresso e persistenza nell’occupazione, dei lavoratori in somministrazione rispetto agli altri tipi di lavoratori dipendenti. Si utilizza per questo confronto la banca dati WHIP-Salute e si considerano i lavoratori che abbiano avuto almeno una giornata retribuita nell’anno. Come illustrato nel Riquadro 2.1, al momento non è possibile avere informazioni successivamente al 2012; tuttavia questi dati consentono di mettere in evidenza alcuni aspetti che non emergono dalle analisi precedenti.
La prima analisi proposta riguarda i tipi di contratto con cui i lavoratori dipendenti entrano per la prima volta nel mercato del lavoro: tempo indeterminato, determinato, somministrazione, apprendista e stagionale (nota 1). Tra il 2008 e il 2012 (Tabella 2.10) cresce la quota di chi entra per la prima volta nel mercato del lavoro con un contratto in somministrazione, dal 3-4% del totale degli entrati del 2005 al 6-5% tra nel 2011-2012. Tra il 2008 e il 2011 si osserva un aumento della fattispecie della somministrazione come porta di ingresso nel mercato del lavoro, seguito da un calo nel 2012. Questo andamento parrebbe confermare quanto già evidenziato in precedenza di come il contratto di somministrazione abbia visto ridursi negli ultimi anni il carattere specifico di contratto di ingresso nel mercato del lavoro per assumere la caratteristica di contratto che si rivolge ad una platea più ampia di lavoratori. In generale, nel periodo tra il 2005 e il 2012 i contratti che sono stati utilizzati maggiormente per assumere chi entra la prima volta nel mercato del lavoro sono rispettivamente quello a tempo determinato (41%), a tempo indeterminato (36%) e l’apprendistato (16%). Negli stessi anni si osserva come, oltre alla somministrazione, anche il contratto a tempo determinato abbia un andamento in crescita, risultando nel 2012 la principale porta di ingresso nel mercato del lavoro.
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